Sabato 8 febbraio a Villa Verucchio l’inaugurazione della mostra
La magia del cielo che si riflette nel Marecchia, il verde di colline che nulla hanno da invidiare alla Toscana, il fascino degli antichi borghi. E’ “L’incanto della Valmarecchia” immortalato dalla fotografa riminese Chiara Fambri, che inaugura sabato 8 febbraio alle 15 la sua nuova mostra negli spazi suggestivi del B&B Amalia (via Molino Bianco 1142, all’interno della Tenuta Amalia di Villa Verucchio). Un tuffo emozionale tra immagini che raccontano tutto l’amore dell’autrice per la natura e le bellezze storiche del territorio. “La Valmarecchia si scopre al meglio girovagando fra le sue dolci colline verdi dominate da chiese e castelli – spiega Fambri -. Ho catturato con la macchina fotografica diversi momenti di luce sui paesaggi, i sentieri, i borghi”. Una luce che, come sapeva Monet, fa mutare in continuazione gli elementi rappresentati.
Le foto esposte (fino al 15 febbraio) potranno essere acquistate dagli ospiti, a cui in occasione del taglio del nastro verrà offerto un aperitivo a base di prodotti tipici della Valmarecchia curato dalla campionessa mondiale di pasticceria Sonia Balacchi, che accompagnerà la degustazione (posti limitati, per prenotazioni 0541/679005 o 347/2330749).
Chiara Fambri tornerà ad esporre anche dal 10 al 21 febbraio nella sede della Provincia di Rimini in via Dario Campana, dove sarà possibile visitare la mostra “Le voci nascoste“. Già allestita con successo di pubblico a inizio anno alla Casa delle associazioni di Rimini, in collaborazione con l’Ente nazionale sordi, l’esposizione esplora la lingua dei segni e il rapporto fra persone sorde e udenti, in un ribaltamento di prospettiva che aiuta a comprendere e avvicinare due mondi ancora troppo spesso separati.
Appassionata di fotografia sin dall’infanzia, Fambri l’ha poi approfondita attraverso corsi e workshop fotografici, esplorando nuovi modi di precepire e interpretare con creatività luoghi e persone. All’attivo conta numerose esposizioni personali e collettive a Rimini (recentemente anche al Museo della Città) e in Emilia-Romagna.